Indagine sulle interruzioni volontarie della gravidanza : A partire dal 1979 l’Istituto nazionale di statistica, a seguito dell’entrata in vigore della legge numero 194/78, ha avviato, in accordo con le Regioni ed il Ministero della sanità, la rilevazione dei casi di interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). I dati vengono raccolti per mezzo del modello individuale di dichiarazione di interruzione volontaria della gravidanza (Istat D.12), che deve essere compilato dal medico che procede all’interruzione stessa. Nel modello sono richieste notizie sulla donna e sull’interruzione della gravidanza. Le prime comprendono: data di nascita; comune di nascita e comune di residenza; provincia di intervento; cittadinanza; stato civile; titolo di studio (il più elevato conseguito); condizione professionale/non professionale (una donna è in condizione non professionale se è casalinga, studentessa, in pensione, in cerca di prima occupazione. Si trova in condizione professionale se lavora o se è disoccupata, nel senso che ha perso un precedente lavoro ed è in cerca di occupazione); posizione nella professione; ramo di attività economica; eventi riproduttivi precedenti (numero di nati vivi, di nati morti, di aborti spontanei, di Ivg); età gestazionale; settimane di amenorrea, eventuale presenza di malformazioni. Le notizie sull’intervento comprendono: data dell’intervento; data della certificazione; certificazione di autorizzazione; urgenza; tipo di assenso per la minore; luogo e tipo di intervento; terapia antalgica; regime di ricovero e durata della degenza; complicazioni.
Con riferimento alle "Stanziali" e alle "Emigrate" il territorio è da intendersi come territorio di residenza. Nel caso delle "Immigrate" invece è da intendersi come territorio di evento.
Per maggiori dettagli consultare i seguenti documenti:
Indagine sulle interruzioni volontarie della gravidanza : A partire dal 1979 l’Istituto nazionale di statistica, a seguito dell’entrata in vigore della legge numero 194/78, ha avviato, in accordo con le Regioni ed il Ministero della sanità, la rilevazione dei casi di interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). I dati vengono raccolti per mezzo del modello individuale di dichiarazione di interruzione volontaria della gravidanza (Istat D.12), che deve essere compilato dal medico che procede all’interruzione stessa. Nel modello sono richieste notizie sulla donna e sull’interruzione della gravidanza. Le prime comprendono: data di nascita; comune di nascita e comune di residenza; provincia di intervento; cittadinanza; stato civile; titolo di studio (il più elevato conseguito); condizione professionale/non professionale (una donna è in condizione non professionale se è casalinga, studentessa, in pensione, in cerca di prima occupazione. Si trova in condizione professionale se lavora o se è disoccupata, nel senso che ha perso un precedente lavoro ed è in cerca di occupazione); posizione nella professione; ramo di attività economica; eventi riproduttivi precedenti (numero di nati vivi, di nati morti, di aborti spontanei, di Ivg); età gestazionale; settimane di amenorrea, eventuale presenza di malformazioni. Le notizie sull’intervento comprendono: data dell’intervento; data della certificazione; certificazione di autorizzazione; urgenza; tipo di assenso per la minore; luogo e tipo di intervento; terapia antalgica; regime di ricovero e durata della degenza; complicazioni.
Con riferimento alle "Stanziali" e alle "Emigrate" il territorio è da intendersi come territorio di residenza. Nel caso delle "Immigrate" invece è da intendersi come territorio di evento.
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