Il 3 ottobre 2014 l’Istat ha rilasciato le nuove serie annuali dei conti nazionali basate sul nuovo Sistema Europeo del Conti (SEC 2010). Allo stesso tempo, come in altri paesi europei, le serie storiche dei conti nazionali sono state oggetto di una revisione straordinaria, la quale ha beneficiato di miglioramenti nei metodi e nelle fonti.
Le misure di produttività presentate in questa sede si basano sui dati dei Conti nazionali che incorporano la revisione operata nel 2014.Ne deriva una ricostruzione retrospettiva delle serie storiche diffuse in precedenza.
Le misure di produttività consentono di cogliere l’apporto dei fattori produttivi che concorrono alla realizzazione dell’output. Tale misurazione è possibile nell’ambito della cosiddetta contabilità della crescita, un approccio analitico che consente di scomporre la dinamica dell’output nei contributi derivanti dai fattori produttivi primari (lavoro e capitale) e da una componente non spiegata da quegli stessi fattori, definita produttività totale dei fattori (PTF).
La produttività totale dei fattori misura gli effetti del progresso tecnico non incorporato nei beni d'investimento (ovvero di fattori quali innovazioni nel processo produttivo e miglioramenti nell’organizzazione del lavoro e delle tecniche manageriali) dei miglioramenti nell’esperienza e nel livello di istruzione raggiunto dalla forza lavoro e di altri fattori quali andamento del ciclo economico, economie di scala, esternalità e anche errori di misurazione.
La misura di output adottata è il valore aggiunto in volume , utilizzato per stimare la produttività del lavoro, la produttività del capitale e la produttività totale dei fattori. L’input di lavoro è misurato in termini di monte ore lavorate mentre l’input di capitale è calcolato come flusso di servizi produttivi forniti dallo stock esistente di tre tipologie di beni ICT (hardware, software e databases; apparati per le comunicazioni) otto tipologie di beni capitali materiali non-ICT (piantagioni e pesca; bestiame; altre macchine e attrezzature; mobili; mezzi di trasporto su strada; altri mezzi di trasporto; fabbricati non residenziali e opere del genio civile; costi di trasferimento di proprietà dei fabbricati) e tre tipologie di beni capitali immateriali non-ICT (ricerca e sviluppo, prospezioni minerarie; originali di opere artistiche letterarie e d’intrattenimento).
Le misure di produttività sono calcolate a partire dai dati di contabilità nazionale espressi nella classificazione delle attività economiche Ateco2007. Le stime sono effettuate a livello di 38, 21, 10 e 3 branche di attività economica e per il totale economia. Sia le stime di branca che quelle per il totale economia sono calcolate escludendo dal campo di osservazione le attività di locazione di beni immobili, di famiglie e convivenze, delle organizzazioni e organismi internazionali e tutte le attività economiche che fanno capo al settore istituzionale delle Amministrazioni Pubbliche.
Nell’anno di benchmark 2011 l’insieme di settori così definito rappresenta il 70,4% del valore aggiunto complessivo a prezzi base e l’83,0% del totale delle ore lavorate.
Il 3 ottobre 2014 l’Istat ha rilasciato le nuove serie annuali dei conti nazionali basate sul nuovo Sistema Europeo del Conti (SEC 2010). Allo stesso tempo, come in altri paesi europei, le serie storiche dei conti nazionali sono state oggetto di una revisione straordinaria, la quale ha beneficiato di miglioramenti nei metodi e nelle fonti.
Le misure di produttività presentate in questa sede si basano sui dati dei Conti nazionali che incorporano la revisione operata nel 2014.Ne deriva una ricostruzione retrospettiva delle serie storiche diffuse in precedenza.
Le misure di produttività consentono di cogliere l’apporto dei fattori produttivi che concorrono alla realizzazione dell’output. Tale misurazione è possibile nell’ambito della cosiddetta contabilità della crescita, un approccio analitico che consente di scomporre la dinamica dell’output nei contributi derivanti dai fattori produttivi primari (lavoro e capitale) e da una componente non spiegata da quegli stessi fattori, definita produttività totale dei fattori (PTF).
La produttività totale dei fattori misura gli effetti del progresso tecnico non incorporato nei beni d'investimento (ovvero di fattori quali innovazioni nel processo produttivo e miglioramenti nell’organizzazione del lavoro e delle tecniche manageriali) dei miglioramenti nell’esperienza e nel livello di istruzione raggiunto dalla forza lavoro e di altri fattori quali andamento del ciclo economico, economie di scala, esternalità e anche errori di misurazione.
La misura di output adottata è il valore aggiunto in volume , utilizzato per stimare la produttività del lavoro, la produttività del capitale e la produttività totale dei fattori. L’input di lavoro è misurato in termini di monte ore lavorate mentre l’input di capitale è calcolato come flusso di servizi produttivi forniti dallo stock esistente di tre tipologie di beni ICT (hardware, software e databases; apparati per le comunicazioni) otto tipologie di beni capitali materiali non-ICT (piantagioni e pesca; bestiame; altre macchine e attrezzature; mobili; mezzi di trasporto su strada; altri mezzi di trasporto; fabbricati non residenziali e opere del genio civile; costi di trasferimento di proprietà dei fabbricati) e tre tipologie di beni capitali immateriali non-ICT (ricerca e sviluppo, prospezioni minerarie; originali di opere artistiche letterarie e d’intrattenimento).
Le misure di produttività sono calcolate a partire dai dati di contabilità nazionale espressi nella classificazione delle attività economiche Ateco2007. Le stime sono effettuate a livello di 38, 21, 10 e 3 branche di attività economica e per il totale economia. Sia le stime di branca che quelle per il totale economia sono calcolate escludendo dal campo di osservazione le attività di locazione di beni immobili, di famiglie e convivenze, delle organizzazioni e organismi internazionali e tutte le attività economiche che fanno capo al settore istituzionale delle Amministrazioni Pubbliche.
Nell’anno di benchmark 2011 l’insieme di settori così definito rappresenta il 70,4% del valore aggiunto complessivo a prezzi base e l’83,0% del totale delle ore lavorate.